Protezione del codice: fondamenti e metodologie

Il code security rappresenta un elemento cruciale nell’intero ciclo di vita del software.

Codice e Container al Sicuro

Nell'era digitale attuale, caratterizzata da un crescente utilizzo di applicazioni distribuite su Internet e dalla migrazione dei dati aziendali verso il cloud, la protezione del codice e la sicurezza dei container sono diventate priorità imprescindibili per le organizzazioni. 

Secondo un rapporto di Forrester - Forrester, Container adoption is on the rise: how can security keep up? - di qualche anno fa, l'adozione di container era già in aumento, e le organizzazioni dovevano adattare le proprie strategie di sicurezza per affrontare le nuove sfide associate a queste tecnologie. Il Container Security Report 2023 di Red Hat, riportava che circa il 60% delle organizzazioni aveva avuto incidenti di sicurezza legati ai container e il 44% citava la sicurezza come principale preoccupazione nell'adozione dei container. I dati del Cloud Security Report di Check Point (2023) non erano molto dissimili.

Il documento riportava, infatti, che il 76% delle organizzazioni aveva avuto almeno un incidente di sicurezza cloud e il 45% delle violazioni cloud era dovuto a configurazioni errate. Il più recente Cloud Security Report di Check Point (2024) sottolinea invece come gli attacchi continui ai token siano il tallone d’Achille del cloud. Nel documento si evidenzia anche una distribuzione della frequenza degli attacchi e duole apprendere che le aziende italiane sono le più esposte d’Europa a multipurpose malware, infostealers e ransomware.
 


 

Misure per la protezione del codice e la sicurezza dei container, non sono più, dunque, procrastinabili, ma sono anzi necessarie per salvaguardare l'integrità delle applicazioni e dei dati, garantendo al contempo la continuità operativa.

Protezione del codice: fondamenti e metodologie

Dalla scrittura del codice, dove vengono identificati errori concettuali e lacune nella security by design, fino alla messa in produzione, ogni fase richiede attenzione per garantire un'applicazione sicura. Il controllo deve estendersi agli elementi collegati, come le librerie di terze parti, spesso responsabili di vulnerabilità, esposizioni non intenzionali di dati e altri rischi per la sicurezza.

In questo contesto, adottare un approccio sistematico alla code security non è solo una necessità tecnica, ma una vera e propria strategia per mitigare i rischi e proteggere gli asset aziendali. Il code scanning è uno strumento cruciale per individuare le fragilità nel codice sorgente, si tratta di n processo automatizzato di analisi che esamina il codice sorgente, le librerie e i componenti di terze parti alla ricerca di vulnerabilità note o potenziali. Questo strumento è essenziale per:

  • Identificare falle di sicurezza prima del rilascio del software.
  • Prevenire exploit derivanti da errori di programmazione o dipendenze non aggiornate.
  • Garantire la conformità a standard di sicurezza e normative di settore.

Code scanning. Le due metodologie principali

Esistono due principali metodologie per il code scanning.

  • Analisi statica (Static Application Security Testing - SAST). L'analisi statica esamina il codice sorgente senza eseguirlo, identificando potenziali vulnerabilità come SQL injection, XSS e buffer overflow.
  • Analisi dinamica (Dynamic Application Security Testing - DAST). L'analisi dinamica, invece, valuta il comportamento del software durante l'esecuzione in un ambiente controllato per rilevare anomalie di comportamento e vulnerabilità.

A queste misure si dovrebbe, inoltre, accostare un approccio DevOps, integrando la sicurezza al ciclo di sviluppo (DevSecOps). Così facendo si andrebbero ad integrare pratiche di sicurezza nel ciclo di vita dello sviluppo, promuovendo una responsabilità condivisa.

Il code scanning diventerebbe, così, una componente fondamentale nelle pipeline di sviluppo DevSecOps, fin dalle fasi iniziali del ciclo di vita del software. Si otterrebbe, in tal modo, una riduzione dei costi di correzione delle vulnerabilità, intervenendo prima del rilascio e si contribuirebbe, inoltre, a promuovere una cultura della sicurezza condivisa tra sviluppatori e team di sicurezza. 

I container rappresentano un approccio innovativo e fondamentale nelle architetture cloud-native. Contrariamente ai metodi tradizionali, in cui il software veniva installato direttamente sui dispositivi degli utenti, i container offrono un sistema scalabile, portabile e gestibile a un livello superiore. Questa tecnologia consente di distribuire servizi e applicazioni in modo più rapido ed efficiente, ma richiede un'attenzione particolare alla sicurezza, dato che l'aumento della complessità operativa introduce nuovi rischi. Essenziali per le architetture cloud-native, i container richiedono, dunque, misure di sicurezza specifiche (nella tabella).

 

Best Practice per la Sicurezza dei Container

Punto chiave Descrizione
Immagini Sicure Si devono utilizzare immagini di container provenienti da fonti affidabili e mantenerle aggiornate per ridurre i rischi associati a vulnerabilità note.
Isolamento dei processi È necessario assicurare che i container operino in ambienti isolati, limitando l'impatto di eventuali compromissioni.
Monitoraggio continuo È sempre consigliabile implementare strumenti che analizzino costantemente il comportamento dei container, rilevando attività sospette o non autorizzate.
Gestione delle dipendenze Poiché i container si basano spesso su librerie e dipendenze di terze parti, l’utilizzo di strumenti di scansione delle vulnerabilità, aiuta a individuare problemi nei pacchetti installati, prevenendo l'introduzione di falle di sicurezza.
Ciclo di vita gestito È importante adottare una gestione efficace del ciclo di vita dei container. Ogni container dovrebbe essere creato per uno scopo specifico e distrutto una volta terminato il suo utilizzo, riducendo la superficie di attacco. L’automazione consente di mantenere il controllo su migliaia di container in esecuzione.

 

Soluzioni avanzate per la sicurezza di codice e container

In questi anni stanno emergendo, in modo sempre più frammentario, nuove tecnologie e, in questo scenario, il settore della cybersecurity si trova sempre più spesso a rincorrere nuove misure di contenimento e previsione dei rischi. Nello scenario attuale, focalizzarsi su soluzioni verticali che rispondano a specifiche esigenze può portare ad acquisizioni e dismissioni continue di politiche e tool per la protezione, mentre si dimostra più strategico adottare soluzioni trasversali e flessibili. In Miriade, come sempre, abbiamo fatto un’attenta valutazione degli strumenti più efficienti nel panorama tecnologico e, pur assicurando di non incappare nel pericolo del vendor lock-in, abbiamo scelto FORTINET®, leader nel settore della cybersecurity, che ha ampliato le proprie capacità attraverso l'acquisizione di Lacework, società leader nelle Cloud Native Application Protection Platform (CNAPP)
 

Qual è il primo passo?

Il primo passo fondamentale per la sicurezza non è un singolo strumento, ma un cambiamento di mentalità: adottare un approccio sistematico e strategico, integrando la sicurezza fin dalle primissime fasi dello sviluppo del software.

Questo approccio strategico, noto come Security by Design, si basa su tre pilastri operativi menzionati nel testo:

  • Integrare il Code Scanning: utilizzare strumenti automatici di analisi statica (SAST) e dinamica (DAST) per esaminare il codice sorgente e le dipendenze alla ricerca di vulnerabilità prima che l'applicazione arrivi in produzione.
  • Adottare una cultura DevSecOps: rendere la sicurezza una responsabilità condivisa tra sviluppatori e team operativi, integrandola in ogni fase del ciclo di vita del software (CI/CD).
  • Gestire le dipendenze: controllare attentamente le librerie di terze parti, che sono una fonte comune di rischi e vulnerabilità.

 

 

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